Gruppo musica "Progetto Integrazione"
Il gruppo musica "progetto integrazione" è
un'attività gratuita che Gli Argonauti hanno portato avanti dal
1996 fino al 2002, incontrandosi una volta a settimana presso i locali
dell'ANGSA in via Casal Bruciato, 13, Roma, V Municipio. Per una descrizione
dell'attività e dei suoi obiettivi selezionare il link qui a
lato "progetto integrazione".
Responsabile del progetto:
Igor-Cenciarelli@gli-
argonauti.org
Qualità e interventi consapevoli: gruppo musica
con persone autistiche
(inizio pagina)
Tra le principali sfide in cui il volontariato italiano è impegnato,
vi è quella dell'ottimizzazione della qualità dei servizi.
L'esigenza di interventi efficaci nella realtà sociale si è
col tempo chiarita al volontariato che, negli ultimi decenni, ha abbandonato
le precedenti finalità assistenziali (funzione 'riparatoria')
orientandosi verso la tutela dei diritti di persone socialmente svantaggiate
e la prevenzione delle cause del disagio (funzione 'liberatoria', Ranci
e Ascoli, 1997).
consapevolezza progettuale
(inizio
pagina)
La trasformazione in corso impone una accresciuta consapevolezza nella
progettualità. Le organizzazioni devono cioè essere consapevoli
del ruolo che il proprio intervento riveste all'interno del sistema
sociale.
Riguardo, per esempio, ai problemi dei senza casa, in un ottica assistenzialista,
la raccolta e distribuzione di abiti usati può essere un intervento
sufficiente. Tuttavia, l'utilità pratica di questo approccio
lascia immutate (oltre che incomprese) le cause del disagio.
Diversamente, un volontariato interessato alla 'lotta all'emarginazione'
effettuerà un'attenta lettura dei bisogni, per garantire che
non si investano energie in progetti che rispondono solo marginalmente
alle problematiche sociali. Inoltre, si potrà puntare sulle attività
di prevenzione. Nel caso degli homeless, per esempio, valutati i singoli
casi, si procederà, eventualmente, verso la qualifcazione professionale
di chi è entrato, suo malgrado, in un circuito di emarginazione
per difficoltà a inserirsi lavorativamente nella società.
Evidentemente, questa consapevolezza sul ruolo che si gioca all'interno
del mondo sociale, colloca il volontariato moderno ad un livello qualitativamente
differente dai tradizionali interventi 'tampone'. Non si tratta soltanto
di 'fasciare la ferita', ma di favorire la sua ottimale 'rimarginazione'
in tempi brevi, prevenendo l''aggravarsi del disturbo'. A tal fine è
necessaria una maggiore accuratezza nell'uso degli strumenti idonei.
In altri termini, per realizzare interventi che non siano superficiali,
occorre che il volontariato non si armi di sola buona volontà,
ma anche delle opportune competenze. E' in quest'ottica che, nel Terzo
Settore, assumono una particolare rilevanza esigenze formative come
quelle relative al lavoro di gruppo ed alla gestione delle risorse umane.
monitoraggio del processo e del prodotto
(inizio pagina)
Per espletare una funzione 'liberatoria' anziché 'riparatrice',
occorre monitorare il processo di fornitura dei servizi e la loro qualità.
Inoltre, dalla verifica e dal controllo delle proprie attività
dipende anche l'affidabilità dell'organizzazione.
Nelle imprese private e nell'amministrazione pubblica, esistono modalità
concrete per assicurarsi che le consegne vengano opportunamente eseguite:
nelle prime, attraverso i livelli di retribuzione, viene incentivato
maggiormente il lavoro svolto più efficacemente; nell'amministrazione
pubblica, attraverso l'organizzazione gerarchica ed il riferimento a
specifici mansionari, viene chiaramente definito come un operatore debba
lavorare (Orford, 1992).
Invece, nelle organizzazioni di volontariato manca uno strumento di
controllo concreto per garantire un determinato livello qualitativo.
Il costante riferimento ai valori fondanti dell'organizzazione stessa
è la strategia principale affinché i tasselli, che insieme
realizzano il fine dell'organizzazione, vengano tutti correttamente
posizionati.
motivazione alla qualità
(inizio pagina)
Paradossalmente l'obiettivo dell'organizzazione può non corrispondere
alle motivazioni dei volontari. La scelta di dedicare gratuitamente
il proprio tempo in attività di volontariato può in molti
casi configurarsi in se stessa come obiettivo soddisfacente per la persona:
essere socialmente impegnato, essere utile agli altri.
Inoltre, il volontario può essere interessato e gratificato
dalle relazioni all'interno del gruppo di persone che si incontrano
per 'fare del bene', maggiormente che dall'efficacia del lavoro effettivamente
svolto.
Diversamente, all'interno della realtà sociale, è indispensabile
la consapevolezza che non basta proporsi di 'fare del bene', ma che
occorre puntare a 'far bene il fare del bene'. Questo slittamento di
prospettiva è indispensabile per un volontariato che vuole essere
maturo attore all'interno della società.
un caso di intervento consapevole con persone autistiche
(inizio pagina)
Molte sono le procedure attraverso cui un'organizzazione può
aumentare la propria efficacia. Non esiste infatti una sola 'strategia
giusta': ogni realtà costituisce una situazione singolare che
richiede interventi particolari.
Il caso che viene portato ad esempio va considerato secondo due chiavi
di lettura principali. Da una parte, mostra come un'attività
di volontariato possa essere svolta non accontentandosi di aver fatto
qualcosa per gli altri, ma puntando ad un realistico livello di buona
qualità.
D'altra parte, è interessante notare come la metodologia impiegata
sia sostanzialmente semplice, ma concettualmente valida.
Da circa quattro anni, l'Associazione-o.n.l.u.s. 'gli argonauti' gestisce
un Gruppo Musica con persone autistiche. L'Autismo
comporta gravi deficit nelle aree della socializzazione e della comunicazione,
oltre che un repertorio estremamente limitato di interessi. Comunicare
con una persona affetta da Autismo
non è facile. Pertanto, l'emarginazione è una delle conseguenze
che spesso questo disturbo comporta. La musica, secondo alcuni autori,
può essere un prezioso canale di comunicazione per chi è
affetto da questa sindrome (Benenzon, 1994).
Il gruppo, che si riunisce settimanalmente, non ha finalità
terapeutiche ma si propone, all'interno di un clima ricreativo, di sviluppare
da un lato il coordinamento motorio, dall'altro le competenze relazionali
al suo interno. Una preziosa finalità 'stagionale' è l'integrazione
sociale nella comunità locale: nei mesi meno freddi il gruppo
si svolge in un parco pubblico, dove la partecipazione è aperta
a tutti gli interessati.
Il Gruppo Musica è supportato da una procedura di verifica e
controllo specifica dell'Associazione 'gli argonauti', ossia l'Intervento
Consapevole, che comporta l'elaborazione di relazioni periodiche opportunamente
articolate (Schede d'Intervento Consapevole).
L'impostazione teorica che sottende questa procedura è quella
della Ricerca-Intervento (Orford, 1992). Questo approccio coniuga la
soluzione di problemi pratici con gli intenti conoscitivi del ricercatore:
utenti e ricercatori collaborano nella definizione delle esigenze effettive
e verso la proposta di soluzioni accettabili. Pertanto, viene prestata
molta attenzione alle informazioni che sia utenti che operatori forniscono
riguardo l'intervento in corso (feedback). In questo modo, è
possibile calibrare le forze disponibili verso soluzioni aderenti alla
specifica situazione.
Nello specifico del Gruppo Musica, il monitoraggio è realizzato
all'interno di riunioni che si svolgono dopo ogni incontro, nelle quali
viene aggiornato il 'Diario di Gruppo'.
La compilazione di una Scheda di Intervento Consapevole è applicativamente
molto semplice: consiste nell'esplicitare sinteticamente la consegna,
le caratteristiche della situazione, gli obiettivi fissati, i passi
strategici intermedi e la verifica del lavoro in corso rispetto a quanto
programmato.
Basandosi su relazioni strutturate per punti chiave, la peculiarità
di un Intervento Consapevole, rispetto ad una generica relazione sull'attività,
consiste nel controllo di alcuni aspetti salienti degl'interventi in
atto o in programma.
Quelli che seguono sono gli elementi della situazione su cui, in un
Intervento Consapevole, viene prestata maggiore attenzione.
Nell'Intervento Consapevole, la definizione della consegna è
un importante strumento per l'instaurarsi, tra utenza e committenza,
di realistiche aspettative reciproche. Se un genitore percepisse il
Gruppo Musica come luogo di terapia rimarrebbe dolorosamente deluso
nel vedere che il figlio va semplicemente a divertirsi.
Oppure potrebbe accadere che un altro genitore si lamenti che il figlio
non ha ancora imparato, dopo vari mesi, a suonare un brano sulla chitarra
(che non era un obiettivo per gli operatori) e non si compiaccia, invece,
di come abbia cominciato a stare con altre persone senza avere una crisi
di auto o eteroaggressività (e si può trattare di una
grande conquista!). Comunque, se un tale equivoco si verificasse, l'organizzazione
di volontariato avrebbe la responsabilità di interrogarsi su
come poteva essere prevenuto.
Lettura dei bisogni, analisi della domanda e definizione della consegna
sono strumenti utili per prevenire tali incomprensioni.
consapevolezza nella definizione degli obiettivi
(inizio pagina)
Gli interventi nel sociale, e maggiormente quando si lavora in gruppo,
necessitano di un buon grado di consapevolezza. Da un lato, è
molto importante che si tenga conto delle energie disponibili e dei
limiti che l'impegno volontaristico inevitabilmente comporta. Così
non è realistico proporsi che ogni utente del Gruppo Musica sia
affiancato sempre dallo stesso operatore, visto che pochi operatori
possono dare la propria disponibilità per tutte le settimane.
Inoltre, quando l'utenza è un gruppo, diviene opportuno esplicitare
le mete realistiche che si è scelto di raggiungere con i singoli
partecipanti. Per gli utenti del Gruppo Musica, si è dovuto lavorare
su finalità individuali spesso molto differenti: con Rita si
punta a far e seguire ritmiche differenti da quella che tende automaticamente
a suonare; da Luciano ci si può aspettare, nella migliore delle
ipotesi, che porti il tempo sul tamburo per più di quindici secondi;
mentre a Guido viene chiesto di dare una mano a sistemare le sedie in
cerchio e ad organizzare i turni di scelta delle canzoni.
passi strategici e scadenze
(inizio pagina)
I progetti più promettenti tendono a rimanere... progetti. Oltre
alla consapevolezza circa la fattibilità di un intervento, non
può mancare, pena lo spreco di tempo ed energie, una progettazione
dei passi intermedi, definiti nel modo più concreto possibile,
da compiere per raggiungere l'obiettivo.
Un chiaro esempio è a questo proposito la realizzazione degli
incontri del Gruppo Musica in un parco pubblico. La finalità
dell'integrazione delle persone con Autismo
nella realtà locale è stata calorosamente accettata, sin
dalla prima proposta, da tutti gli operatori. Quando si è trattato
di valutarne più accuratamente la fattibilità, è
emerso come l'integrazione non avvenga da sola, ma che, in casi come
quello delle persone autistiche, necessiti di mediatori appositamente
formati.
Conseguentemente, la realizzazione del Gruppo Musica all'aperto è
stata fissata per alcuni mesi più tardi. Nel frattempo, si sarebbero
formati i volontari, tramite incontri con genitori, insegnanti di sostegno,
ed una psicologa. Gli stessi volontari avrebbero elaborato un breve
opuscolo informativo sull'Autismo
e sul Gruppo Musica da distribuire a chi sarebbe venuto a contatto con
questa attività ed ai volontari che si sarebbero aggiunti al
gruppo di base.
Non considerare questa fase di 'preparazione' avrebbe causato sicuramente
molte difficoltà. Altrettanti problemi sarebbero comparsi se
non fossero stati fissati con chiarezza i tempi di implementazione delle
varie fasi del progetto.
La verifica delle attività di tipo sociale non poggia su dati
oggettivi: non è possibile quantificare la qualità della
relazione tra un operatore e la persona cui ha fatto assistenza. Questo
limite non è però una ragione sufficiente per escludere
il monitoraggio degli interventi dal processo di produzione dei servizi.
Una volta fissati i passi intermedi da realizzare, bisogna controllare
che, strada facendo, non insorgano complicazioni.
Alcune persone con Autismo
non hanno comportamenti 'fastidiosi': urlare, mordere, saltare sempre
da un posto all'altro. Durante le riunioni di verifica del Gruppo Musica
è emersa la tendenza a trascurare gli obiettivi programmati per
uno dei ragazzi, proprio perché è il più 'tranquillo'.
Di conseguenza, gli operatori hanno ricominciato a prestargli la debita
attenzione, riscontrando, tra l'altro, risultati molto incoraggianti.
In assenza di un monitoraggio sistematico, quel ragazzo sarebbe stato
messo da parte per ancora chissà quanto tempo.
il costo della qualità per il volontario
(inizio pagina)
Fare le cose meglio, non vuol dire necessariamente fare più
cose. Non occorre che il volontario metta a disposizione più
tempo. Piuttosto, si tratta di dedicare una parte della propria attività
non direttamente agli altri, ma ad una riflessione, possibilmente in
gruppo, su quanto si sta realizzando e sul modo in cui ciò potrebbe
esser fatto meglio.
Nei fatti, di fronte alla richiesta di dedicarsi al monitoraggio delle
attività in corso, è frequente che l'impegno dei volontari
venga meno. A tale scopo è opportuno che chi coordina sia in
grado di mostrare come la finalità di far del bene non può
essere realizzata se non ci si preoccupa di farlo bene e che, inoltre,
il costo aggiuntivo delle attività di verifica e controllo garantisce
un aumento esponenziale dell'efficacia dei propri sforzi: 'noiose' riunioni
mensili di verifica possono elevare notevolmente il livello qualitativo
del contributo che un volontario offre.
Arturo Mona, 2000
Tavazza L. (1998)
Il Volontariato nella transizione.
FIVOL, Roma.
Ranci C. e Ascoli U. (1997)
La solidarietà organizzata. Il volontariato italiano oggi.
FIVOL, Roma.
Benenzon R.O. (1994)
Autismo e musicoterapia.
Phoenix, Roma.
Orford J. (1992)
Psicologia di comunità.
FrancoAngeli, Milano.
Carli R.(1993)
L'analisi della domanda in psicologia clinica.
Giuffrè, Milano.
|