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acquisizione del linguaggio nei bambini autistici: cosa ci puņ dire?
(cash j. r., 1989)


come aiutare un bambino con disturbo dello spettro autistico a svolgere i compiti a casa?
(mona a., 2001)


comprensione degli studenti con sindrome di asperger, direttive per gli insegnanti
(williams k., 1995)


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(cenciarelli i., mona a., 1999)


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(edelson s. m.)


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(edelson s. m.)


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(cenciarelli i., mona a., 1999)


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(cenciarelli i., mona a., 1999)


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(cenciarelli i., mona a., 1999)


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(cenciarelli i., mona a., 1999)


l'eit: analisi di due casi
(lucioni r., pervenuto alla bma il 23-06-2001)


la vitamina c nella prevenzione e trattamento dell'autismo
(rimland b., 1999)


modelli di musicoteraia per l'autismo
(cenciarelli, mona, de rubeis, botta, 2002)


musicoterapia e autismo - abstract
(cremaschi trovesi g., 1999)


pecs, pyramid approach of education
(dal sito www.pecs.com)


prevenzione
(gruppo di lavoro tecnico-scientifico sulla sindrome autistica della regione lombardia, a cura di cenciarelli i., 1999)


progetto iem
(guazzo g. m., aliperta d. pervenuto alla bma il 12-11-2000)


sindrome dell'X fragile e autismo
(dagli atti del convegno scientifico internazionale, 1990; a cura di cenciarelli i., 1999)


trattamenti nei disturbi generalizzati dello sviluppo - abstract
(marando r.)


un approccio musicoterapeutico alla sindrome autistica
(lubrano m. l., picconi c., polcaro f., pervenuto agli argonauti il 29-11-2000)

 

 

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IL SELF-MANAGEMENT

S. M. Edelson
Center for the Study of Autism, Salem, Oregon
(il testo in lingua originale è consultabile sia sul csa che sulla bma)

 

Self-management è un termine psicologico usato per descrivere il raggiungimento dell'autonomia personale. L'obiettivo del self-management per colo che hanno disturbi dello sviluppo è di distinguere la supervisione e il controllo da parte di un genitore, di un assistente, un caposervizio o di chi ha a che fare con la persona. Un programma di self-management riuscito consentirà a questi individui di vivere e lavorare indipendentemente all'interno del proprio ambiente. Tre sono i componenti del self-management.

 

 

Automonitoraggio

Lo scopo dell'automonitoraggio è di insegnare alla persona a divenire più consapevole del proprio comportamento. Per coloro che hanno disturbi dello sviluppo viene selezionato un comportamento (o comportamenti) bersaglio, come l'aggressione, la produzione di rumori senza senso o il bloccarsi su un compito; e alla persona si insegna a controllare quando questo comportamento si verifica. Una strategia è do insegnare alla persona a controllare il proprio comportamento a brevi intervalli di tempo. All'inizio l'insegnante o il supervisore può ricordare all'allievo ogni 10-15 minuti di osservare il proprio comportamento. Successivamente un timer da cucina può essere impiegato per produrre un segnale sonoro ogni 10-15 minuti per ricordare alla persona di osservare se il comportamento bersaglio si è verificato o no. Un eventuale obiettivo potrebbe essere insegnare alla persona a controllare il proprio comportamento senza suggerimento. Per esempio, dopo che ha prodotto un comportamento indesiderabile, lui o lei dovrebbe subito diventare consapevole di ciò che sta facendo. Tale consapevolezza allora suggerirebbe alla persona di fermare il proprio comportamento prima che degeneri. Talvolta si verifica un effetto di reazione per cui un comportamento indesiderabile diminuisce semplicemente a causa del processo di osservazione.

 

 

Autovalutazione

La persona determina se è incorsa o meno nel comportamento bersaglio in relazione agli obiettivi stabiliti. Per esempio, se l'obiettivo è il trattenersi dal farsi male per 10 minuti, la persona o chi l'aiuta potrebbe riflettere per 10 minuti per chiarire se il suo scopo è stato raggiunto. Se è così, la persona procederà col secondo stadio, quello dell'autorinforzo. Altrimenti gli obiettivi potrebbero essere rivisti e si potrebbe riattare l'automonitoraggio. Per aumentare al massimo le possibilità di successo, le mete debbono essere realistiche e raggiungibili, e bisognerebbe osare di più di quanto la persona sente come successo.

 

 

Autorinforzo

L'autorinforzo si riferisce all'autogratificazione per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Per esempio, se l'obiettivo è trattenersi dall'aggressività per 30 minuti (per es. tre intervalli di automonitoraggio da 10 minuti) e se la persona l'ha raggiunto, allora lui/lei potrà premiarsi. I ricercatori sostengono che permettere ad una persona di scegliere tra più ricompense è più efficace che rendere disponibile soltanto una ricompensa. All'inizi le ricompense andranno date alla persona immediatamente, come mangiare uno spuntino; ma, come nel mondo reale, sarà meglio stabilire una "token economy" (ndt. "economia dei buoni") in cui la persona riceve un buono (per es. monete, asterischi) per un comportamento appropriato e li scambia quindi con una ricompensa in un secondo tempo. Sebbene tangibili, le ricompense esterne sono assai efficaci, potrebbe essere più vantaggioso fare in modo che la persona conti su una ricompensa interna, come sapere di aver fatto bene. Inoltre, mentre i rinforzi continui funzionano bene quando vengono stabiliti nuovi comportamenti (per es. imparare a non essere aggressivo) i comportamenti saranno più stabili se il rinforzo diventa intermittente.

Certo il self-management è una sfida per insegnare ad una person con disturbi dello sviluppo, ma molti professionisti hanno avuto molto successo usando, per far questo, semplici tecniche comportamentali. Queste tecniche includono: apprendimento da un modello, prove, modellamento, suggerimento, feedback, diminuzione, generalizzazione.

All'inizio l'individuo avrà bisogno di una supervisione completa ma, col passare del tempo, questa supervisione andrebbe gradualmente eliminata, se possibile. Per il successo di un programma di self-management è importante sviluppare un sistema di mantenimento del programma, altrimenti le abilità della persona potrebbero col tempo deteriorarsi.. queste sessioni "di spinta" dovrebbero essere integrate nel programma.

L'implementazione del self-management richiede un notevole impiego di tempo ed energia. Ad ogni modo ottenere un'attiva partecipazione individuale al cambiamento del proprio comportamento potrebbe essere la chiave per ridurre o eliminare dei comportamenti così da mantenere quelli appropriati. Una volta che la persona è in grado di monitorare, valutare e rinforzare il proprio comportamento, ognuno ne trae dei benefici.

 

 

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